Una dedica importante, che è stata il punto d’inizio di un intenso laboratorio curato dall’artista olandese Cecile Van Der Heiden, al quale hanno preso parte diversi ragazzi dei centri educativi del Rione Sanità coinvolti nel progetto Sanit-Hub. L’incontro è iniziato con una breve presentazione dell’artista, che ha raccontato delle sue esperienze e delle opere realizzate in diversi paesi del mondo. Al termine della presentazione i ragazzi hanno subito ricevuto le prime indicazioni per orientarsi nel laboratorio: l’artista chiedeva loro di scrivere una lettera ai se stessi del futuro, in cui raccontare i propri sogni e desideri, quelli più grandi e irrealizzabili, sforzandosi di annullare ogni ostacolo. Come se tutto fosse possibile e raggiungibile.
I ragazzi reagiscono con una iniziale diffidenza. Futuro? Me stesso nel futuro? Come si inizia a scrivere una lettera così? E quali sogni raccontare? Proprio tutti? Anche quelli che solo a pensarci viene da ridere per quanto sembrano impossibili? Piano i nostri giovani “sognatori” hanno iniziato a scrivere. Non solo. Hanno anche letto ad alta voce la propria lettera, vincendo la ritrosia e l’imbarazzo di condividere con gli altri desideri e sogni intimi. Ognuno è stato ascoltato con attenzione e, su suggerimento di Cecile, premiato con un applauso e un ringraziamento speciale per aver affidato ai suoi amici una cosa così preziosa come i sogni. Dopo il racconto, è stata la volta della raffigurazione: con pennarelli colorati i ragazzi hanno decorato degli specchi ispirandosi proprio alla loro lettera. Gli specchi, inizialmente tutti uguali, vuoti e incorniciati di bianco, si sono via via animati riempendosi di colori, di scritte, cuori, faccine, slogan. Sul retro ogni ragazzo è stato invitato ad attaccare la lettera scritta al se stesso del futuro.
E così, tra le tabelline colorate di un aspirante matematico, i disegni di animali di una futura veterinaria, un campo di calcio per un Pallone d’Oro in erba, i ragazzi hanno avuto la possibilità di immaginare il proprio futuro a partire dai propri sogni, rappresentarlo artisticamente senza mai distogliere lo sguardo da se stessi e da ciò che desiderano. Ciascuno specchio rifletteva, in mezzo a frasi e disegni, l’immagine dell’artista che lo stava decorando: in questo modo ciascuno dei ragazzi ha avuto costantemente davanti agli occhi se stesso, un esercizio di introspezione che aveva l’obiettivo di favorire ancora di più l’ascolto interiore.
Quest’attività ha permesso a ciascun partecipante di entrare in contatto con se stesso e, attraverso la riflessione su un argomento condiviso, con gli altri. È stato un esercizio di creatività e immaginazione che ha portato alla realizzazione di una piccola opera d’arte personalizzata da portare con sé: ogniqualvolta uno dei ragazzi si specchierà, si ricorderà non solo di quest’esperienza, ma anche del proprio sogno. Come se lo specchio fosse una fotografia che cambia nel tempo e rimanda ogni volta un’immagine uguale ma diversa, a cui guardare ogni volta che si vuole, o che magari ci si sente un po’ smarriti.
Ringraziamo di cuore Cecile Van Der Heiden, che con la sua passione e la sua sensibilità è rimasta davvero nel cuore di ragazzi e operatori!