A varcare ogni giorno la soglia delle nostre sedi a Napoli sono spesso donne che, con i loro bambini, percorrono molta strada per poter accedere ai servizi e alle attività che offriamo nel campo della salute materno-infantile e trovare un supporto nelle fasi delicate della gravidanza e dei primi anni di vita dei piccoli. Lo fanno perché spesso, nei luoghi in cui vivono, magari quel particolare servizio di cui necessitano è assente o comunque di difficile accessibilità. Accogliere queste donne significa per noi dare un senso vero al lavoro di rete, entrando in contatto con territori diversi e con le realtà pubbliche o del terzo settore che già vi operano, con l’obiettivo di non sostituirci a quanto già esiste, ma semmai di potenziarlo, integrarlo o completarlo.
Il comune di Castel Volturno è uno dei territori da cui provengono molte delle donne e neo-mamme che abbiamo incontrato e sostenuto negli ultimi anni. Sono donne di origine straniera, per lo più nigeriana, che arrivano a Pianoterra anche attraverso la segnalazione di realtà territoriali con cui siamo in rete. Proprio su sollecitazione di due di queste realtà con cui collaboriamo già da tempo a forme di presa in carico integrata, il Centro Fernandes e l’ambulatorio di Emergency, abbiamo deciso di avviare, nel periodo compreso tra aprile e giugno, una sperimentazione di percorsi di cura e salute materno-infantile in loco. Questa sperimentazione ha rappresentato un risultato importantissimo del progetto Mamme Care, avviato a gennaio nell’ambito del programma 1000 Giorni di Pianoterra: l’attivazione di un servizio di prossimità ci ha consentito di rispondere a un bisogno effettivo facilitando la fruizione dei nostri servizi a un numero maggiore di donne e bambini che avevano difficoltà a raggiungere la nostra sede al centro di Napoli.
Questa sperimentazione ha previsto sei incontri tematici e laboratoriali (due al mese) tenuti da una psicologa e un’assistente perinatale di Pianoterra, ai quali hanno partecipato circa 50 donne tra gestanti e neo-mamme, qualche papà, circa 20 bambini e 10 operatori. Nell’ottica del lavoro di rete, il Centro Fernandes ha messo a disposizione i locali per svolgere le attività previste dal progetto, mentre Emergency ci ha presentato Florence, una mediatrice culturale che ci ha aiutato a facilitare la comunicazione e a tenere unito il gruppo di mamme.
Lavorare con le donne migranti ci ha insegnato l’importanza di scommettere sulle loro risorse, sulla loro capacità di attivazione e cambiamento a partire dal desiderio di garantire ai loro piccoli un futuro migliore. Questo aspetto è emerso nel corso degli incontri, che sono stati caratterizzati da una forte partecipazione e ci hanno consentito di partire da argomenti pratici strettamente legati alla cura dei bambini per poi parlare di temi più complessi legati all’accudimento e alla prevenzione.
È stato ad esempio il caso dell’incontro dedicato alla pratica dell’alimentazione complementare dei lattanti, a cui hanno partecipato una quindicina di donne con bimbi di età compresa tra i cinque mesi e i due anni. L’incontro è stato organizzato come una vera e propria “scuola di cucina” in cui le nostre operatrici hanno preparato assieme alle mamme brodo vegetale, pappe e frutta da proporre in stato semisolido. Questa dimensione concreta ci ha fatto trascorrere una mattinata stimolante e divertente, ricca di domande da parte delle mamme, conclusasi con un pasto molto apprezzato dai piccoli. I consigli pratici su come preparare pappe e merende e scegliere gli ingredienti più adatti ai piccoli ci hanno al tempo stesso consentito di trasmettere alle mamme che hanno partecipato all’incontro diversi messaggi meno “pratici” ma importantissimi nell’ottica della prevenzione: i pasti devono essere semplici e salutari non solo per i bambini, ma per tutta la famiglia; la condivisione dei pasti e lo scambio di informazioni sui cibi, anche con bambini piccolissimi, è utile per favorire la scoperta e l’apprezzamento di tutti i sapori; curare l’alimentazione sin dai primissimi mesi di vita è importante per prevenire l’obesità e le patologie a essa collegate.
Un progetto che porta su strade che, sia pur non previste inizialmente, consentono di accrescere l’impatto degli interventi proposti andando incontro a bisogni concreti espressi da un territorio o una comunità è, per qualsiasi organizzazione, al tempo stesso una sfida e una grandissima opportunità. Mamme Care proseguirà nei mesi successivi come previsto inizialmente, ma già adesso le prime valutazioni sull’impatto di questa sua declinazione territoriale sperimentale a Castel Volturno stanno stimolando riflessioni su possibili percorsi futuri, nell’ottica di interventi sempre meno standardizzati e più flessibili e adeguati alle persone e ai territori vivi e mutevoli con cui ci confrontiamo.