“Figli si nasce, genitori si diventa…”. Con queste parole Annamaria Lovo, insegnante esperta di libri per bambini e collaboratrice volontaria di Pianoterra, inizia la presentazione della sua attività “Libri per emozionarsi”, un programma di laboratori di lettura precoce che coinvolgono le mamme e i bambini di età compresa tra 0 e 3 anni nelle nostre sedi al centro storico e all’ospedale Cardarelli. È un incipit significativo per un programma di lettura precoce: genitori si diventa, tra le altre cose, anche accompagnando sin dai primissimi mesi di vita la crescita del proprio bambino con un’attività che nel senso comune siamo abituati a immaginare utile per bambini più grandi, e cioè la lettura.
E invece leggere ad alta voce ai bambini piccolissimi è importante, proprio per questo è un’attività trasversale a molti dei nostri progetti di sostegno alla genitorialità. Annamaria Lovo ce lo spiega bene in un’intervista che le abbiamo fatto in occasione della Giornata nazionale di promozione della lettura, il 24 marzo. Si inizia con una citazione del poeta e scrittore Bruno Tognolini, perfetta perché immediatamente ci catapulta nella dimensione relazionale della lettura ad alta voce, in particolare quando si tratta di bambini molto piccoli:
“La voce umana fa crescere i bambini, li protegge dai lupi più diversi, restituisce i suoi anni a chi li ha persi”.
E allora, perché è importante favorire l’incontro tra bambini e libri in età precoce?
Leggere è un momento gratuito, che va oltre i tempi indispensabili di accudimento per il cibo e l’igiene. Aprendo un libro, leggendo per lui, l’adulto si dedica al bambino, lo sostiene, lo incoraggia, gli esprime concretamente il suo amore. Vi descrivo una scena: una mamma prende in braccio la sua bambina di pochi mesi. Nonostante sia piccolissima, è già molto curiosa, gira la testa per guardarsi attorno, con le manine tocca il viso della sua mamma, sorride alle parole buffe con cui le parla. La mamma prende un libretto cartonato, si siede con la schiena della bambina contro di sé, glielo mostra. La bimba allunga le mani, tocca il libro, lo gira. La mamma le descrive l’immagine di copertina, c’è un bambino come lei, ha un pupazzetto in mano. La bambina allunga un dito, indica l’immagine, gira il viso per guardare la mamma che le ripete un commento, si scambiano un sorriso. Questo momento si ripete ogni giorno con altri libretti: immagini diverse, buchi o porticine nelle pagine per incuriosire di più, o magari bordi stondati così le manine possono girare le pagine da sole. La bambina conosce nuove situazioni, osserva nuovi personaggi, la mamma racconta con nuove parole, la bambina risponde, fa vocalizzi, balbetta le prime sillabe. Abbiamo parlato di una mamma, ma naturalmente protagonisti di questa scena possono essere anche i papà, le nonne, una baby sitter. È un copione positivo che crea un legame intenso tra l’adulto e il bambino, fatto di fiducia, di presenza, di attenzione.
Come si legge a un bambino molto piccolo?
La prima cosa da tenere presente, importantissima, è che leggere un libro a un bambino piccolissimo non vuol dire imporgli la lettura di un’intera storia, forzarlo ad osservare tutte le pagine in ordine. Vuol dire invece presentare il libro prima di tutto come oggetto e consentire al bambino di esplorarlo, capovolgerlo, aprirlo a metà… L’adulto deve seguire e incoraggiare queste scoperte, osservare la pagina che il bambino ha aperto, non forzare ma seguire, sostenere l’esplorazione. È importante inoltre presentare al bambino libretti diversi, così che lui, osservandoli più volte, possa scegliere il suo preferito. Magari le prime volte sarà una pagina sola ad essere la preferita, perché c’è un buco o tante coccinelle rosse…
I bambini piccoli quindi amano i libri?
Assolutamente sì! Torniamo alla nostra bambina: trascorrono i mesi, e lei inizia a camminare, sostenendosi a una sedia e poi a un mobiletto. Si lancia a esplorare il mondo e arriva anche al luogo in cui trova i suoi libri. Li vede, ne sceglie uno, riconosce il suo preferito, lo prende, si guarda intorno, chi glielo leggerà? In questa azione, apparentemente semplice, la piccola mostra già una competenza che spesso meraviglia gli adulti: tra vari libri riconosce e sceglie il libro che vuole, ne ha memorizzato le dimensioni, i colori della copertina, la forma grafica del titolo sulla costa. Se l’adulto l’accontenta, la farà sedere sulle sue ginocchia e guarderà il libro insieme a lei. La bambina troverà la sua pagina preferita, riderà se la situazione è comica o sgranerà gli occhi, meravigliandosi ancora una volta, per l’ennesima volta, di un’immagine stupefacente, si farà rileggere o proverà a dire da sola la piccola frase che accompagna l’immagine.
E da adulti cosa accade?
Amare la lettura, provare piacere nell’incontrare i libri è una risorsa molto utile nella vita e ci auguriamo che i bambini se ne approprino sin dalla più tenera età. Come hanno dimostrato svariate ricerche internazionali condotte in tutto il mondo, saper leggere, comprendere testi e ricorrere ai libri per documentarsi è un elemento significativo per l’acquisizione delle competenze linguistiche e delle capacità argomentative, per avere successo a scuola e per allenare il pensiero critico come più alta espressione della personalità. Leggere ai bambini fin da piccolissimi non garantisce in assoluto che, una volta cresciuti, quei bambini diventeranno dei grandi lettori ma di certo faciliterà una familiarità con i libri.
All’inizio abbiamo accennato alla dimensione relazionale della lettura precoce. Possiamo aggiungere altro?
La lettura ad alta voce di un libro offre a grandi e piccoli la possibilità di trascorrere assieme del tempo di qualità. Avere in casa una bibliotechina in uno scaffale basso, ascoltare leggere ad alta voce, poi sfogliare da soli, regala momenti magici con i bambini, momenti di risate, di perplessità, di domande e infinite occasioni per parlare insieme, per stare vicini. E infine una riflessione. Leggere un libro a un bambino piccolissimo non significa soltanto fargli un dono di tempo e di energie. Guardando dentro di sé, l’adulto si renderà conto che il dono lo sta facendo anche a se stesso: il piacere del contatto fisico e affettivo con un bimbo, la serenità di un tempo lento ma denso di emozioni, lo stupore di osservare figure e storie ritrovando il bambino che è stato. Per questo è importante scegliere non solo libri adeguati all’età del bambino, ma anche libri che piacciono a chi legge, oltre che a chi ascolta!
Per finire Annamaria ci ha fatto un regalo: una bella lista di consigli per la lettura per piccolissimi, suddivisa per fasce d’età, disponibile a questo link. Buona lettura!