Sin dai nostri primi interventi, avviati oltre dieci anni or sono a Napoli a sostegno di genitori in condizioni di fragilità, abbiamo incontrato e supportato moltissime donne provenienti dal territorio di Castel Volturno, un comune in provincia di Caserta a una cinquantina di chilometri da Napoli.
Castel Volturno è spesso definita un pezzo d’Africa bagnato dal Mar Tirreno: il 25% dei suoi 26.000 abitanti è infatti di origine straniera, in larghissima prevalenza proveniente dal continente africano e in particolare da Nigeria e Ghana. Il territorio è particolarmente deprivato, con un tasso di disoccupazione ufficiale che supera l’80% e la presenza di un elevato volume di attività illegali, prime fra tutte la tratta delle donne finalizzata allo sfruttamento sessuale e il traffico di sostanze stupefacenti. Queste attività creano un vero e proprio cono d’ombra che cela al suo interno una vasta popolazione che vive in condizioni di estrema vulnerabilità, spesso invisibile alle istituzioni anche perché non regolarmente soggiornante.
In questo cono d’ombra tantissime sono le donne che si ritrovano ad affrontare l’esperienza della gravidanza, del parto e della maternità in situazioni di profonda marginalità, isolamento e deprivazione. In questi anni abbiamo incontrato e accolto molte di queste donne nella nostra sede del centro storico di Napoli, grazie a un proficuo lavoro di rete con servizi sociali e altri enti del territorio e alla preziosa collaborazione con il dottor Peppe Cirillo, pediatra di riferimento di Pianoterra e dell’ambulatorio di Emergency a Castel Volturno.
Proprio in considerazione delle tante richieste, con il passare del tempo abbiamo deciso di intervenire direttamente sul territorio di Castel Volturno, con una serie di azioni pilota rese possibili da un’alleanza sempre più forte con realtà territoriali radicate da anni (oltre all’ambulatorio di Emergency, anche il Centro Immigrati Fernandes) e con i servizi sociali del Comune. Questo intervento ha avuto una sua prima concretizzazione nell’ambito del progetto Luoghi per nascere, attuato nel 2019 grazie al sostegno dell’8×1000 della Tavola Valdese e ha previsto la realizzazione di incontri rivolti a donne in gravidanza e neo-genitori con l’obiettivo di favorire l’accesso alle cure materno-infantili e rafforzare consapevolezza e competenze genitoriali per offrire ai nascituri condizioni di vita migliori. L’intervento – portato avanti in via sperimentale – ha raggiunto 96 donne e 66 minori, non lasciando dubbi sulla necessità di rafforzare ulteriormente la nostra azione sul territorio.
Il 2020 avrebbe dovuto essere l’anno del consolidamento, ma la pandemia di Covid-19 ha sbaragliato i piani di tutti, imponendo ai nostri servizi una riprogrammazione delle attività anche in funzione di una crescente richiesta – soprattutto nel periodo del lockdown – di sostegno materiale immediato per tamponare situazioni di gravissima emergenza. Abbiamo così provveduto alla distribuzione di beni di prima necessità, con un’attenzione particolare ai prodotti per la prima infanzia, a oltre 1500 nuclei familiari del territorio di Castel Volturno, in collaborazione con i servizi sociali del Comune e la Protezione Civile. Con la riapertura dei servizi, a giugno, abbiamo ripreso a incontrare le donne provenienti da Castel Volturno presso la nostra sede di Napoli, seguendone molte altre a distanza, con incontri da remoto in collaborazione con l’Ufficio Servizi Sociali e l’ambulatorio di Emergency.
Da pochi giorni è iniziato un nuovo anno, e noi ci apprestiamo a riprendere e rafforzare il nostro intervento diretto sul territorio con l’avvio del progetto Luoghi per Nascere-Castel Volturno, sostenuto, proprio come il primo “Luoghi per nascere”, dai fondi dell’8×1000 della Tavola Valdese, e realizzato in partenariato con l’ambulatorio di Emergency e con l’Ufficio Servizi Sociali del Comune. Il progetto avrà la durata di un anno e prevede il coinvolgimento di circa 300 adulti e 150 minori, attraverso la proposta di uno sportello per nuclei familiari vulnerabili e l’erogazione di una serie di servizi per il sostegno in gravidanza e alla genitorialità.
In particolare, il progetto prevede l’apertura di uno sportello sociale a cui le famiglie del territorio potranno rivolgersi in caso di necessità. Le domande verranno accolte, ascoltate e analizzate, al fine di avviare una presa in carico individualizzata dei nuclei familiari beneficiari, con la proposta di servizi interni (incontri di accompagnamento alla nascita e ai primi compiti genitoriali, laboratori mamma-bambino, sostegno emotivo e consulenze psico-educative) o l’orientamento ad altri servizi presenti sul territorio (consultorio familiare, anagrafe di base, CAF, ecc.). Proporremo inoltre attività di accompagnamento alla nascita e ai primi compiti genitoriali, rivolte principalmente a donne alla prima esperienza di gravidanza con particolare attenzione a quelle giunte da poco in Italia, spesso prive di una rete sociale di riferimento e di sostegno. Il progetto sarà promosso su tutto il territorio del Comune, con l’obiettivo di superare i tanti ostacoli che impediscono spesso alle donne che vivono in condizioni di vulnerabilità, e in particolarea quelle migranti, di accedere ai servizi di cura materno-infantile, e sarà occasione per rafforzare l’alleanza con enti e istituzioni del territorio, nella convinzione che solo la sinergia e la collaborazione tra le tante componenti del welfare comunitario possa condurre a interventi mirati, efficaci e sostenibili nel tempo.