Il progetto “Luoghi per nascere a Castel Volturno” è stato pensato e voluto per dare seguito a una richiesta proveniente da un territorio con cui già da diversi anni avevamo contatti, accogliendo mamme e bambini che venivano a trovarci nelle nostre sedi a Napoli e lavorando in rete con alcuni dei servizi presenti nel comune. Dopo diverse forme di collaborazione a distanza e un’esperienza pilota nel 2019, questa progettualità ci ha consentito di offrire finalmente i servizi del programma 1000 Giorni con uno sportello sul territorio in cui abbiamo potuto incontrare e accompagnare molti nuclei familiari in difficoltà.
E di difficoltà in questo 2021 le famiglie con donne in gravidanza e bambini piccoli che vivono a Castel Volturno ne hanno avute molte, aggravate dagli effetti di un’emergenza sanitaria dai contorni sempre più indistinti nel tempo. Effetti che hanno colpito in modo più grave chi già prima era in difficoltà, ad esempio i nuclei familiari di origine straniera.
“La pandemia sociale, conseguente a quella sanitaria, ha travolto molte persone di origine straniera in Italia, aggravandone le condizioni di vita molto più di quanto accaduto agli italiani. Queste persone sono state più sfruttate ed esposte al contagio sui luoghi di lavoro e hanno ricevuto meno aiuti dallo Stato”, spiega Marina, operatrice referente dell’attività dello sportello sociale. E proprio questo servizio è diventato, in questo anno, il punto di riferimento di moltissime famiglie che vi si rivolgevano a seguito di un grave peggioramento delle loro condizioni occupazionali (regolari o irregolari che fossero), dovuto sia alla chiusura intermittente o definitiva di molte attività economiche che alla prosecuzione di queste attività in condizioni di scarsa tutela della salute e sfruttamento lavorativo. “Le più colpite sono state – e sono ancora – le donne, impiegate soprattutto nel settore dei servizi alla persona, nel turismo e nella ristorazione, con un tasso di disoccupazione due volte superiore a quello degli uomini”.
La crisi economica conseguente a quella sanitaria ha fatto aumentare in tutta Italia, e in questo territorio in particolare, il numero di famiglie con minori a carico in povertà assoluta. Il polso di questa situazione lo abbiamo avuto registrando un incremento di richieste di aiuti alimentari e di altre forme di sostegno materiale allo sportello sociale, a cui abbiamo dato risposta coinvolgendo risorse interne ma anche attivando e alimentando reti di supporto presenti sul territorio. Un’attivazione resa tanto più necessaria perché le misure di emergenza messe in campo dalle istituzioni spesso hanno fallito nel raggiungere proprio le persone più fragili che ne avrebbero avuto più bisogno. Lo sottolinea Arianna, coordinatrice del progetto e responsabile dell’Area Nascita e Maternità di Pianoterra: “Gli interventi messi in campo per fronteggiare la pandemia sono stati molto frammentati tra loro, hanno presentato elevati livelli di complessità amministrativa e non sono stati accompagnati da adeguate azioni di supporto all’accesso: tutto questo ha avuto un impatto sproporzionato sulla popolazione di origine straniera, determinando un ulteriore divario rispetto a quella italiana”.
Le famiglie di origine straniera hanno avuto maggiori difficoltà anche in materia di tutela della salute. La mancanza di tessera sanitaria, una condizione che non riguarda solo le persone di origine straniera, ha escluso interi gruppi di popolazione dall’accesso ai vaccini attraverso la prenotazione tramite i portali delle Regioni. In assenza di indicazioni puntuali, regioni e province autonome hanno proceduto in ordine sparso, generando confusione e ritardi. “Tutto ciò ha creato una generale diffidenza da parte delle persone di origine straniera nei confronti della campana vaccinale, rafforzata dalla circolazione, soprattutto a inizio della pandemia, di fake news sugli ‘stranieri untori’”, osserva Daniela, educatrice perinatale e parte dell’équipe di progetto. E proprio il coinvolgimento delle persone di origine straniera nel percorso vaccinale è stato uno degli obiettivi più rilevanti del lavoro negli ultimi mesi a Castel Volturno. “Stiamo mettendo in campo ogni strumento possibile, prevedendo il coinvolgimento di tutte le comunità straniere presenti sul territorio, per contribuire all’avanzamento di una campagna vaccinale che purtroppo qui conta un’alta percentuale di persone non ancora vaccinate. Le ragioni sono le più svariate, ma in molti casi la barriera linguistico-culturale è quella determinante”.
Il progetto “Luoghi per nascere a Castel Volturno”, realizzato grazie al prezioso sostegno dei fondi Otto per Mille della Tavola Valdese, ha consentito di raggiungere in un anno circa 90 nuclei familiari con 73 minori. 72 sono stati affiancati con azioni di sostegno (orientamento socio-sanitario, accompagnamento ai servizi territoriali, distribuzione di beni materiali di prima necessità), 41 hanno partecipato a incontri di sostegno alla genitorialità e/o usufruito delle consulenze psico-educative erogate.
Per il 2022 il nostro impegno nel territorio di Castel Volturno prosegue, grazie ad alcune nuove progettualità in partenza che vedranno al nostro fianco oltre alla Chiesa Valdese, che sosterrà con i fondi dell’8×1000 il progetto “Precocemente”, anche l’Unione Buddhista Italiana, che ha selezionato per un sostegno il nuovo progetto “Luoghi per crescere”. Al nostro fianco, per l’anno che verrà, anche il Pastificio Garofalo, che da diversi anni supporta i nostri interventi e sostiene le famiglie che seguiamo ogni giorno.