Gli ospedali sono nodi importantissimi delle reti territoriali di servizi socio-sanitari con cui interagiamo nelle nostre azioni di supporto alle famiglie. Sono innanzitutto i luoghi in cui si trovano i punti nascita, a cui le donne fanno riferimento durante l’intero percorso della gravidanza e al momento del parto. Sono poi i presidi territoriali sanitari di più facile accesso per utenti che hanno più difficoltà a orientarsi tra i vari servizi della medicina territoriale che – come abbiamo dolorosamente appreso in questi due anni di pandemia – è spesso lacunosa, frammentata, di difficile fruizione soprattutto per le persone più fragili, che hanno quindi maggiore difficoltà ad accedere ai diversi servizi esistenti.
In quest’ottica, nel corso degli anni, abbiamo visto crescere e strutturarsi anche da parte degli ospedali una maggiore disponibilità alla collaborazione con enti del terzo settore che, come Pianoterra, sostengono soggetti vulnerabili. Durante la pandemia questa disponibilità è diventata spesso una richiesta attiva di collaborazione, segno del riconoscimento del ruolo di ponte e di supporto che gli enti del terzo settore possono svolgere tra servizi centralizzati, il territorio e le persone che vivono in condizioni di marginalità.
L’A.O.R.N. Santobono-Pausilipon è uno degli ospedali con cui, a Napoli, abbiamo rapporti di collaborazione e, con il progetto Inviolabili, anche di partenariato. Da oggi siamo felici di aggiungere un nuovo tassello al nostro infaticabile lavoro di rete; infatti, l’Associazione SOS – Sostenitori Ospedale Santobono, ci ha donato 70 voucher per prodotti acquistabili in farmacia, da distribuire alle famiglie inserite nei diversi progetti che realizziamo sul territorio. Ma questo rappresenta solo una parte della nostra collaborazione: abbiamo infatti intenzione di concordare un calendario di incontri e visite che alcuni medici dell’ospedale Santobono-Pausilipon svolgeranno in forma di volontariato nelle nostre sedi di Napoli e Castel Volturno.
Lunedì 7 febbraio il dott. Ugo De Luca, presidente dell’Associazione SOS – Sostenitori Ospedale Santobono e primario della chirurgia pediatrica dello stesso ospedale, è venuto nella nostra sede a Piazza San Domenico per consegnarci voucher; in quella occasione abbiamo approfittato per porgli alcune domande relative a temi “caldi”. Di seguito l’intervista.
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L’emergenza covid ha portato alla ribalta un nodo del nostro sistema sanitario nazionale, ossia la progressiva centralità assunta dagli ospedali e l’indebolimento di altri presidi più diffusi e capillari sul territorio. Che impatto ha secondo lei questa situazione sulla salute collettiva, e in particolare su quella di chi è più fragile e ha meno strumenti o risorse per rivolgersi alle strutture sanitarie giuste quando ne ha bisogno?
La medicina territoriale dovrebbe servire proprio alla prevenzione, mentre l’ospedale dovrebbe essere utilizzato soprattutto per le cure complesse e le emergenze. Tante situazioni mediche sia di prevenzione che di bassa intensità di cura potrebbero e dovrebbero essere demandate a presidi territoriali, anche perché più vicini alle persone e di più facile accesso. Pensiamo ad esempio in questo periodo di covid-19 al ruolo che hanno avuto le farmacie. È stato molto comodo per tutti poter contare su questa rete, ma sarebbe stato più giusto che a svolgere questo ruolo fossero state strutture sanitarie territoriali. I medici e i pediatri di base poi sono stati sommersi dalle richieste di intervento e hanno avuto difficoltà a rispondere in modo capillare, soprattutto nella possibilità importantissima di curare il paziente a casa. Questa è una forma di assistenza molto apprezzata dai pazienti oltre che efficiente, poiché può alleggerire il sistema sanitario di richieste che strutturalmente non è in grado di gestire. Da ospedalieri sappiamo che in realtà spesso le persone si rivolgono al pronto soccorso in ospedale per ricevere delle cure che potrebbero e dovrebbero tranquillamente ricevere sul territorio, e questo ha sempre messo in crisi il sistema sanitario nazionale.
Qual è il ruolo che può e deve giocare il terzo settore nell’avvicinare e fare da ponte tra il SSN e i soggetti più fragili?
Il ruolo di ponte tra una struttura complessa come può essere un ospedale e soggetti fragili – ad esempio le persone di origine straniera – è molto importante, così come lo è la capacità di intercettare situazioni di disagio e marginalità, alle quali l’ospedale non riesce ad arrivare. Un ruolo che sarebbe più giusto svolgessero le strutture sanitarie territoriali, anche se purtroppo non sempre ne hanno la capacità o la possibilità. A questo si aggiunge il fatto che oggi gli enti del terzo settore hanno spesso una conoscenza del territorio molto più capillare rispetto ai presidi sanitari.
Come SOS-Sostenitori Ospedale Santobono stiamo avviando una collaborazione con Pianoterra che prevede l’impegno di alcuni nostri professionisti in attività di informazione e screening rivolte ai genitori. Un primo intervento pilota riguarderà un servizio di screening dei disturbi del cavo orale nei bambini. Sappiamo infatti che alcune patologie legate del cavo orale, in particolare le carie multiple, sia nei denti decidui che, se non curate, anche nei denti definitivi, sono spesso legate a condizioni di disagio e povertà. Interverrà in seguito un secondo livello di collaborazione, ossia l’accompagnamento dei soggetti che ne hanno bisogno ai servizi offerti dal sistema sanitario, che è molto complesso e sicuramente di difficile accesso per persone che hanno difficoltà, ad esempio linguistiche.
Un secondo ambito di intervento potrebbe riguardare un’altra patologia che riscontriamo nei bambini che arrivano in pronto soccorso e che è legata spesso a condizioni di vita precarie, ossia le ustioni. In questo caso chiaramente lavoreremo sulla prevenzione e sul primo soccorso, perché è anche importante sapere cosa fare quando accade un incidente per evitare di peggiorare la situazione. E poi ci possono essere azioni di sostegno materiale: ad esempio, oggi doniamo dei voucher da spendere in farmacia, che possono rappresentare un sollievo per famiglie in difficoltà economiche.
Ringraziamo SOS – Sostenitori Ospedale Santobono per i voucher che distribuiremo alle nostre utenti, e altrettanto preziose saranno le visite, ma l’aspetto davvero importante è proprio la possibilità di portare le persone che necessitano di un intervento specifico nella struttura giusta, dove probabilmente non sarebbero mai arrivate senza un’azione di orientamento.
Un’altra cosa interessante potrebbe essere un incontro con un medico del pronto soccorso, per educare all’utilizzo corretto del pronto soccorso. Abbiamo già detto delle difficoltà della medicina di base: i medici di base in teoria dovrebbero essere disponibili 24 ore su 24 e gestire anche le emergenze, ma non è così. Il pronto soccorso invece è sempre aperto e disponibile, ha tutte le specialità, è gratuito, e quindi rischia di diventare il primo livello di accesso anche quando non necessario.
Questo tema viene in effetti già affrontato in un incontro previsto nel nostro percorso di accompagnamento alla nascita e ai primi compiti genitoriali, dedicato al tema dei piccoli malanni e dei semplici rimedi, durante il quale proviamo a orientare le famiglie a un corretto utilizzo dei diversi presidi sanitari (es. come gestire una febbre, quando rivolgersi al pediatra, quando invece rivolgersi al pronto soccorso, ecc.). La possibilità di integrare questi incontri con la presenza di un medico a cui rivolgere direttamente domande o esporre dubbi sarà sicuramente molto preziosa per i genitori.