Un cerchio di donne in cui si parla di “cose da donne”. Potremmo descrivere così quello che avviene nel nostro centro per famiglie di Castel Volturno durante gli incontri di promozione della salute materno-infantile condotti dalla nostra ostetrica Valentina e da Daniela, educatrice perinatale, nell’ambito del progetto PrecoceMente, realizzato con il sostegno dell’8×1000 della Chiesa Valdese.
Le “cose da donne”, come è facile immaginare, riguardano la salute delle future e neo-mamme, e in particolare l’ampio e delicato ambito della salute riproduttiva. Una sfera che da sempre – e ancora oggi molto più di quanto immaginiamo – è segnata da reticenze, zone d’ombra, informazioni lacunose e trasmesse a mezza voce, dal passaparola tra generazioni o tra pari e la trasmissione di saperi “tradizionali” che si portano dietro la familiarità del “si è sempre fatto così”. Una familiarità che può risultare tanto più rassicurante per donne che vivono sulla loro pelle molteplici dimensioni di vulnerabilità e hanno difficoltà ad accedere a informazioni corrette e chiare o a servizi socio-sanitari efficienti. E’ questo il caso, ad esempio, delle donne di origine straniera – soprattutto nigeriana e ghanese – che frequentano il nostro centro di Castel Volturno assieme ai loro bambini.
Quello che osserviamo spesso, lavorando con donne in condizioni di vulnerabilità, è una generalizzata inconsapevolezza degli aspetti fisiologici della salute riproduttiva: questo dato, che non è assolutamente limitato alle utenti di origine straniera, nel caso di queste ultime è ulteriormente connotato da immagini o saperi tradizionali, che fanno riferimento a contesti culturali diversi e distanti e che richiedono uno sforzo ulteriore di comprensione e decostruzione. Particolarmente utile è a questo scopo il bagaglio di competenze in ambito transculturale delle nostre operatrici, frutto di esperienze dirette ma anche di una costante attività di formazione e aggiornamento.
Avendo sempre chiaro in mente l’obiettivo di promuovere l’autonomia e l’empowerment di tutte le donne con cui lavoriamo, nei nostri incontri di consulenza ostetrica a Castel Volturno abbiamo pensato di partire proprio da una valorizzazione di quel senso di accoglienza e familiarità derivante dal condividere uno spazio e un tempo di ascolto e racconto, aperto e non giudicante, in cui far emergere dubbi e domande, ma anche saperi e competenze “tradizionali”. Nel clima di fiducia, condivisione e intimità che si viene così a creare, è più facile affrontare argomenti specifici e in alcuni casi spinosi – dalla fisiologia del parto alle difficoltà di accettare e gestire i cambiamenti fisici portati dalla gravidanza, dai metodi contraccettivi e loro funzionamento alle opzioni a disposizione nel caso di gravidanze indesiderate. La fiducia è fondamentale soprattutto nel momento in cui dobbiamo cercare di eradicare pratiche inequivocabilmente errate o pericolose per la salute – legate ad esempio al ricorso a metodi contraccettivi alternativi, inefficaci o pericolosi, o all’utilizzo improprio di farmaci o prodotti per l’igiene – che però sono ampiamente utilizzate e tramandate nei contesti di origine.
Nell’affrontare questi argomenti utilizziamo moltissimo materiali visivi di supporto, immagini sull’anatomia del corpo femminile e la fisiologia del parto utili a superare le barriere linguistiche o legate a terminologie scientifiche di difficile comprensione. Ma è soprattutto dall’ascolto e dall’elaborazione di storie e vissuti diversi che emergono gli strumenti più efficaci per promuovere un vero cambiamento nella vita delle donne con cui lavoriamo: non solo le informazioni corrette, ma la competenza e la fiducia nelle proprie risorse necessarie a comprenderle, farle proprie inserendole nel proprio universo di valori e utilizzarle per migliorare la propria salute e quella dei loro bambini.