La riapertura dei servizi educativi di ogni ordine e grado è il tema caldo di settembre per le famiglie con figli in età scolare. Già da qualche settimana gli argomenti più gettonati tra genitori sono le date di riapertura nelle diverse regioni, la partenza di servizi quali mensa e tempo pieno, il costo di materiali didattici e libri e – per i piccolissimi – la durata e l’organizzazione dell’inserimento.
Lavorando soprattutto con famiglie in cui sono presenti bambini molto piccoli, anche per noi il mese di settembre è il periodo in cui affrontiamo con i genitori che seguiamo le sfide e le difficoltà dell’avvio dell’anno scolastico. Al centro di tutti i nostri interventi in ambito educativo c’è il contrasto precoce agli effetti della povertà e del disagio sul percorso di crescita e apprendimento dei bambini e delle bambine, perciò l’accesso ai servizi educativi per la prima infanzia è per noi cruciale.
Cruciale, ma non scontato, e questo per motivi diversi. Spesso il nido viene ancora visto soprattutto come uno strumento di welfare che va nella direzione di aiutare le famiglie – e soprattutto le donne – a conciliare i tempi di lavoro con quelli dedicati all’accudimento dei figli: se questa esigenza non c’è, perché magari uno dei due genitori non lavora – spesso la mamma – o perché si ha la possibilità di far stare i bambini con nonni o altri parenti o, per chi se lo può permettere, con una baby sitter, non è raro che si scelga di non iscrivere un bambino al nido, nella convinzione che a casa stia meglio e sia più al sicuro. Sappiamo invece che la frequenza del nido è per un bambino un’enorme opportunità di crescita e apprendimento in una fase preziosissima per il suo sviluppo, quella dei primi mille giorni di vita. Soprattutto in contesti di privazione e fragilità poi, l’accesso precoce a servizi educativi può contribuire a esporre i bambini e le bambine a stimoli e opportunità educative precoci e a contrastare gli effetti della povertà e del disagio, evitando che si accumulino sin da subito e che al momento dell’inizio della scuola dell’obbligo siano già diventati un fardello pesante di ritardi e lacune.
In altri casi invece a mancare non è la motivazione a far frequentare il nido ai figli, ma le strutture disponibili sul territorio. In Italia nel 2020 c’erano 27,2 posti ogni 100 bambini nei servizi prima infanzia. Si tratta di un dato in crescita ma lontano dagli obiettivi Ue, che ha da poco innalzato la soglia auspicabile nei paesi membri dal 33% a 45%. È inoltre un dato molto disomogeneo, poiché ci sono aree – soprattutto al sud, nelle aree interne e nelle periferie delle grandi città – in cui le percentuali sono molto più basse. In 6 provincie italiane su 10 i comuni in cui il servizio è presente non superano la soglia del 75% (dati Osservatorio #Conibambini).
Su entrambi questi fronti ci attiviamo nei territorio in cui lavoriamo con diversi servizi e interventi che vanno dalla promozione dei benefici dell’educazione precoce attraverso incontri tematici, individuali e di gruppo, all’attivazione di servizi educativi dedicati alla fascia di età 0-6 anni e rivolti alle famiglie più fragili rimaste escluse dall’accesso ai servizi pubblici. A Napoli, nel quartiere Stella con il progetto Green Kids, a Roma, nel quartiere di Tor Bella Monaca con il progetto Tornasole, e a Castel Volturno con il progetto PariPasso, proprio in questi giorni stiamo aprendo le porte ai nostri spazi educativi 0-6 con attività di inserimento che riguardano sia i bambini e le bambine che i loro genitori. Presupposto essenziale per l’accesso a questi servizi, infatti, è la disponibilità dei genitori a sottoscrivere con le nostre educatrici un patto di reciproco impegno e responsabilità, un’alleanza di risorse e intenti che metta al centro il benessere del bambino.
E di inserimento parliamo anche con i genitori di bambini iscritti ai nidi pubblici che seguiamo nei nostri diversi progetti, supportandoli nell’affrontare i dubbi e i timori che questa fase può suscitare e offrendo informazioni e strategie per affrontarla in modo sereno e consapevole. Stiamo condividendo alcuni di questi contenuti anche sui nostri social: se siete genitori alle prese con le gioie e i dolori dell’inserimento, potete seguire il nostro profilo Instagram per trovare consigli utili o suggerimenti e raccontarci le vostre esperienze.