Dopo i mesi di novembre e dicembre, in cui solitamente si concentrano i cosiddetti “open day” delle scuole, giornate in cui genitori (e bambini!) possono avere modo di conoscere meglio i diversi istituti, valutarne spazi e offerte formative, queste settimane sono quelle in cui bisogna scegliere: a quale scuola iscrivere mio figlio o mia figlia?
Parliamo in particolare di scuola dell’infanzia, che per molti bambini e bambine è di fatto la prima tappa del loro percorso educativo. Se infatti sappiamo che in Italia meno di un bambino su 3 frequenta l’asilo nido (secondo i dati ISTAT sono presenti in media 27 posti nido ogni 100 bambini tra 0 e 3 anni, una percentuale che varia moltissimo tra le diverse regioni italiane, tra centri e periferie, tra aree urbane e aree interne), la situazione cambia radicalmente per la scuola dell’infanzia. Pur non essendo obbligatoria, è frequentata dal 90% dei bambini e delle bambine tra 3 e 5 anni. (fonte dati Openpolis)
Sappiamo quindi che in questo momento sono tantissimi i genitori che si staranno chiedendo quale scuola scegliere, soprattutto nei centri più grandi, dove effettivamente l’offerta può essere molto ampia, sia tra le scuole pubbliche (comunali e statali) che tra quelle private. E come spesso accade, quando si tratta di scegliere cosa è meglio per i figli – soprattutto se piccoli – i genitori possono farsi prendere dall’ansia e dalle insicurezze.
E’ tutto normale, così come è normale informarsi e ascoltare i pareri di altri genitori su esperienze personali con questa o quella scuola… bisogna però tenere presente una cosa, importantissima: ogni famiglia, ogni bambino o bambina sono diversi gli uni dagli altri, e proprio per questo non esiste la scuola perfetta per tutti!
La prima cosa da fare quindi è cercare di mettere al centro il proprio bambino o bambina, con le sue caratteristiche, i suoi bisogni particolari, i suoi tempi, le sue preferenze.
Ad esempio, un bambino o una bambina che ha qualche difficoltà di linguaggio, o che proviene da una famiglia in cui l’italiano non è la lingua madre ed è già esposto a casa a un’altra lingua, potrebbe avere difficoltà e fare fatica in una scuola che annovera tra i suoi “punti di forza” tante ore di inglese o addirittura un’offerta formativa con più lingue.
O ancora, una scuola con un calendario fitto di attività, interessantissime sulla carta, potrebbe risultare molto faticosa per bambini che hanno bisogno di tempi più lunghi per stare bene, che sono ancora piccoli e non hanno frequentato il nido e quindi hanno difficoltà nel distacco. La stanchezza può facilmente diventare stress, e tradursi in irritabilità, nervosismo o anche manifestazioni psicosomatiche (mal di testa, mal di pancia, ecc.).
E allargando lo sguardo al nucleo familiare, è importante ricordare che il benessere dei bambini dipende molto dal benessere di chi si prende cura di loro: se una scuola che sembra l’ideale costringe genitori e bambini a lunghi tragitti in auto o su mezzi pubblici affollati, lo stress provocato ogni giorno da questa fatica rischia di vanificare i benefici di un’offerta formativa particolarmente attrattiva.
Sono considerazioni di buon senso, che però ci troviamo a condividere spesso con le mamme e i papà che seguiamo nei nostri servizi e che sono alle prese con questa scelta. E spesso proprio il buon senso aiuta a scegliere per il meglio!
Nei prossimi giorni condivideremo sui nostri canali consigli e informazioni utili per orientare i genitori che ci seguono nella scelta della scuola dell’infanzia, perciò se non lo fate già, seguiteci anche sui nostri social!