Cosa significa davvero “protezione” per un bambino accolto in una struttura residenziale, da solo o assieme alla sua mamma? E quali passi in più si possono fare, oltre al rispetto delle leggi, per garantire ambienti davvero sicuri e rispettosi dei suoi diritti?
A queste domande cerca di rispondere il percorso che Pianoterra sta portando avanti con tre strutture residenziali che accolgono minorenni e coppie mamma-bambino nel territorio di Castel Volturno e zone limitrofe, un percorso che fa parte del progetto INVIOLABILI – Focus Campania, sostenuto dal Fondo di beneficenza e opere di carattere sociale e culturale di Intesa San Paolo. Si tratta di strutture con cui abbiamo costruito una relazione di fiducia a partire da casi concreti seguiti durante la prima annualità del progetto. Grazie al consolidamento di questa relazione, è stato possibile per queste strutture diventare partner di progetto nella seconda annualità, con l’obiettivo di avviare insieme azioni di sensibilizzazione sui principi della Policy di tutela dei Minorenni.
Sgombriamo immediatamente il campo da qualsiasi dubbio: le strutture con cui collaboriamo rispettano tutte le leggi, applicano tutti i regolamenti e protocolli previsti. Ma l’esperienza maturata da Pianoterra nell’elaborazione della propria policy – un processo durato anni e che è in continua evoluzione – ci ha insegnato che si può (e si deve) andare oltre. La legge stabilisce i requisiti minimi; la policy lavora in ottica preventiva, si interroga sulla qualità delle relazioni educative, riflette sulla protezione come cultura condivisa.
Il nostro obiettivo è gettare le basi per la definizione di linee guida che aiutino queste strutture a riflettere su quello che significa dirsi “luoghi sicuri”. Un percorso costruito con delicatezza e valorizzazione, partendo da quello che già fanno, e che può e deve essere formalizzato. “Vedete, lo fate già!”, ci è capitato spesso di dire durante le formazioni. E da lì si è aperto uno spazio di confronto fertile, fatto di scambio, ascolto e domande nuove.
Abbiamo parlato di formazione continua, di supervisione degli operatori, di relazioni di potere e di cura, di come garantire spazi di partecipazione e feedback ai bambini e alle bambine. Abbiamo introdotto strumenti come la matrice di rischio e le card “Le parole che mi proteggono”, e osservato come alcuni temi – come quello della supervisione o del peso delle relazioni con le famiglie d’origine – abbiano acceso nuove consapevolezze.
Quello che emerge da questo lavoro è un messaggio chiaro: rendere un luogo sempre più sicuro per un bambino è un processo possibile, fatto di piccoli ma significativi cambiamenti. E Pianoterra, con il progetto INVIOLABILI, si impegna non solo a promuoverlo nei propri spazi, ma a sostenerlo anche nei contesti più complessi e delicati in cui operano i nostri partner di rete.
Perché ogni bambino ha diritto non solo a un tetto sopra la testa, ma a un ambiente che gli riconosca dignità, ascolto, protezione. Anche (e soprattutto) quando è più vulnerabile.