“Come se fossero della mia famiglia”: il valore delle visite a domicilio nel programma 1000 giorni

24 Giugno 2025

Accettare di far entrare qualcuno in casa propria, soprattutto in un frangente così delicato come il rientro dopo un parto, non è mai una scelta scontata. A maggior ragione quando alle difficoltà del momento si aggiungono quelle legate a condizioni di vita difficili, isolamento e marginalità. Lo sappiamo bene, noi di Pianoterra: spesso le donne che accompagniamo nei primi mille giorni di vita del loro bambino sono restie ad aprirci la porta di casa, anche quando sentono di aver bisogno di aiuto.

Le ragioni sono tante. A volte il rapporto di fiducia non ha avuto abbastanza tempo per costruirsi; altre volte, a pesare è la paura di essere giudicate per la condizione abitativa o per le difficoltà che si vivono. In altri casi, la casa non è nemmeno uno spazio esclusivo: capita che le neomamme condividano l’alloggio con altri adulti o altri nuclei familiari, rendendo difficile immaginare una visita a domicilio. Ma quando la fiducia si crea e le condizioni lo permettono, l’home visit si rivela un momento preziosissimo di cura e ascolto.

Abbiamo scelto di raccontare questo servizio attraverso le parole di Priya, una giovane mamma originaria dello Sri Lanka. È arrivata da poco in Italia, dove ha conosciuto il compagno con cui ha avuto una bambina lo scorso marzo. La gravidanza, non programmata, l’ha vissuta con un certo spaesamento, ma anche con una grande voglia di capire e orientarsi. Grazie a una mediatrice linguistico-culturale, si è avvicinata a Pianoterra e ha ricevuto un supporto costante durante l’ultimo periodo della gravidanza, fino al parto. Quando le abbiamo proposto di proseguire con alcune visite a domicilio dopo la nascita, ha accettato con entusiasmo. Non solo. Ha anche accettato di essere intervistata, raccontandoci con parole semplici ma piene di significato la sua esperienza in quel periodo. Ecco cosa ci ha raccontato.

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Quali sono le motivazioni che ti hanno spinta ad accettare la nostra proposta di intervento di home visit?
Ho pensato che sarebbe stato importante collaborare con persone altamente intelligenti che lavorano per questo Paese, per conoscere tutti i problemi che si presentano sia ai bambini che alle madri, e per capire di quale aiuto e sostegno abbiamo bisogno mentre viviamo da soli.

Nel tuo paese, quando una donna diventa madre, chi si prende cura di lei e del bambino nelle settimane successive al parto?
Suo marito, sua madre, la suocera e altri parenti che vivono nella casa.

Avevi paure o preoccupazioni nel rientrare a casa con la tua bambina?
No, ero felice di tornare a casa. Ma avevo paura di non riuscire a metterla a suo agio, perché era la mia prima esperienza come madre.

Stando a casa, a chi ti sei rivolta per chiedere supporto o aiuto?
Un’amica è venuta a casa per aiutarci nei primi giorni. Poi io e mio marito abbiamo fatto tutto insieme. Abbiamo ricevuto aiuto e consigli da amici, dai nostri genitori in Sri Lanka e da Pianoterra, anche tramite messaggi telefonici.

Cosa ti aspettavi dalle nostre visite a casa?
Ho avuto molti consigli e spiegazioni sull’alimentazione, sul bagnetto, sulle malattie che mia figlia avrebbe potuto avere. Ho avuto indicazioni su come creare un ambiente sicuro a casa e risposte a molte mie domande.

Come hai vissuto la nostra prima visita a casa tua? Il supporto ricevuto ha soddisfatto le tue aspettative?
Mi sono sentita felice. Anche se qui viviamo in un paese straniero, sono venuti come se fossero della mia famiglia. Sono venuti a trovarci e hanno visto le nostre gioie e i nostri dolori. È stata una sensazione fantastica. Ho potuto parlare con loro e scoprire tutto ciò che non sapevo. Pur essendo noi stranieri, sono sempre stati gentili e disponibili. Ho ricevuto più supporto di quanto mi aspettassi. Sono felice di essere associata a Pianoterra.

Del supporto ricevuto, cosa è stato per te e la tua bambina particolarmente importante?
Ho avuto difficoltà ad allattare durante il primo mese, perché non ero abituata, ed ero un po’ preoccupata. Sono riuscita a risolvere il problema perché mi hanno mostrato i passaggi giusti.

Il numero di volte in cui siamo andate a casa tua ti è sembrato sufficiente?
Sì, pensavo che sarebbero venuti una volta sola, invece sono venuti tre volte! Gliene sono molto grata. In passato mi ero già rivolta a loro per questioni di burocrazia, quando dovevamo andare a lavorare. Stavolta si sono presi il tempo di venire da noi, senza che fossimo noi ad andare da loro. È meraviglioso.

In occasione delle nostre visite, avresti avuto bisogno di supporto su questioni diverse rispetto a quelle trattate?
No.

Se dovessi raccontare questa esperienza a una tua amica, cosa le diresti?
Questo è davvero un ottimo servizio. Per chi come noi vive da solo in un Paese straniero, questo servizio facilita la crescita dei figli. Vale la pena iscriversi ai loro programmi e fare esperienza. Per me è stato importante. Ho già elogiato il vostro metodo e l’ho consigliato ad alcune mie amiche.

Questa testimonianza ci conferma quanto un servizio come l’home visit possa fare la differenza, e quanto sia importante includerlo tra quelli offerti nel nostro programma 1000 Giorni. Oggi lo possiamo fare grazie al prezioso supporto della Nando and Elsa Peretti Foundation e del Fondo di beneficienza e opere di carattere sociale e culturale di Intesa San Paolo, nell’ambito del progetto Inviolabili – Focus Campania.

Non si tratta solo di portare competenze o informazioni, ma di entrare in punta di piedi nella vita di una nuova famiglia, di esserci nel momento in cui più si sente il bisogno di non essere soli. A volte basta poco: una voce amica, una presenza fidata, uno sguardo non giudicante. E in quel poco, c’è tutto.