La pandemia ha cambiato radicalmente le nostre vite e ci ha messo di fronte a problemi e ferite che abitualmente non trovavano posto nella rappresentazione della vita nel nostro paese e che eravamo soliti riferire a realtà distanti, diverse. Ad esempio, ci ha costretti a prendere atto dell’estrema povertà in cui vivono tantissime famiglie nel nostro paese, una condizione che allo scoppio della pandemia e nei mesi successivi è sfociata, tra le altre cose, in vera e propria emergenza alimentare.
Il cibo e la nutrizione sono stati grandi protagonisti del racconto del lockdown, lo ricordiamo tutti. Costretti in casa, senza possibilità di uscire, la preparazione dei pasti ha assunto uno spazio enorme nell’organizzazione delle giornate soprattutto nelle famiglie con bambini. Il cibo è diventato rifugio, strumento per combattere ansia e preoccupazione, ma anche noia e ozio forzato. Abitudini alimentari sane e salutari hanno spesso lasciato il posto a un approccio al cibo e all’alimentazione scorretto, alla predilezione di cibi spazzatura o pasti ipercalorici a fronte di una vita improvvisamente più sedentaria.
In molti casi però, il cibo, già insufficiente o inadeguato, è diminuito drasticamente, fino a ridursi a quasi nulla. E’ capitato ad esempio nelle famiglie in cui già prima del lockdown la sopravvivenza quotidiana era precaria, affidata a entrate provenienti da lavori saltuari e non tutelati, spazzati via dalla catastrofe pandemica. Tantissime famiglie si sono trovate a dover ridurre il numero di pasti o a sostituirli con alimenti incompleti (ad esempio il latte con i biscotti non solo per i bambini, ma per tutti i membri del nucleo familiare), insufficienti dal punto di vista quantitativo e inadeguati sotto il profilo nutrizionale. O che si sono ritrovate ancora più isolate e prive di connessioni con reti di supporto informale grazie alle quali riuscivano ad accedere a forme minime di sostegno.
Nei nostri servizi abbiamo attivato sin da subito azioni per supportare le famiglie in entrambi gli ambiti. Da un lato le abbiamo affiancate in una gestione più sana ed equilibrata della nuova quotidianità imposta dalle restrizioni agli spostamenti anche sotto il profilo dell’alimentazione e dell’adozione di corretti stili di vita: esercizio fisico, cura del sonno, vita di relazione positiva in famiglia grazie ancore ad attività piacevoli da fare assieme. Abbiamo creato materiali informativi ad hoc – schede, infografiche, video – condividendoli tramite i social e i servizi di messaggistica per tutta la durata del lockdown e nei mesi successivi. Oltre a essere degli strumenti in più per restare in contatto con le famiglie, questi materiali ci hanno consentito di lavorare anche a distanza sul senso di autonomia e di autoefficacia delle utenti dei nostri servizi che integravano le attività e i consigli da noi proposti nella routine quotidiana delle loro famiglie.
Dall’altro, abbiamo raccolto in tempo reale le esigenze più impellenti, supportando le famiglie nell’accesso – spesso difficile – alle varie forme di sussidi e aiuti messi a disposizione dal governo ed erogati in larga misura tramite i comuni, promuovendo reti locali di distribuzione di aiuti alimentari, indirizzando risorse a un sostegno diretto alla spesa per le famiglie che ne avevano più bisogno.
Se l’onda d’urto della fase più acuta dell’emergenza sanitaria è passata, non ci siamo però lasciati alle spalle i suoi effetti sulle condizioni di vita delle famiglie più fragili. E’ di giugno del 2021 un rapporto dell’ISTATche fotografa la povertà in Italia e che parla di oltre 2.000.000 di famiglie che vivono in condizioni di grave deprivazione materiale e 1.870.000 bambini che vivono in povertà assoluta. Rientrano in queste statistiche molte delle famiglie con cui lavoriamo, e che ancora oggi faticano ad avere accesso a un’alimentazione adeguata e sufficiente. E’ per questo che le attività di supporto materiale, sia attraverso la distribuzione di generi alimentari che attraverso il sostegno alla spesa, continuano a rappresentare una parte non trascurabile del nostro lavoro con i nuclei familiari più in difficoltà.
Mentre si parla di ripresa e ripartenza sarebbe fondamentale intraprendere azioni adeguate e concrete per eradicare queste forme di povertà e indigenza, a partire da un fondo adeguato per contrastare la povertà alimentare tra le fasce più deboli della popolazione. La generosità con cui le nostre comunità hanno risposto agli appelli alla solidarietà lanciati nella fase più acuta dell’emergenza deve lasciare il posto a un’azione più ampia e strutturale in cui tutti – istituzioni pubbliche, enti locali, terzo settore e aziende – sono chiamati ad avere un ruolo per far sì che il diritto a un’alimentazione sufficiente e adeguata sia garantito davvero a tutte e tutti.