Con l’espressione Child Safeguarding Policy (“policy di tutela dei minori”), o CSP, si fa riferimento a un insieme di procedure e pratiche finalizzate a tutelare i minori dal rischio di maltrattamenti, abusi, sfruttamento. Come moltissime organizzazioni che lavorano a stretto contatto con minori, anche Pianoterra si è dotata negli anni di un documento di questo tipo, che è cambiato nel corso del tempo, crescendo con il crescere dell’associazione e adattandosi alle sue specificità.
Grazie alla collaborazione con Save the Children Italia e all’implementazione di alcuni programmi nazionali – Spazio Mamme, Fiocchi in Ospedale e Punto Luce – Pianoterra ha avuto sin da subito piena consapevolezza di quanto fosse importante affidare a procedure precise la tutela dei minori nei suoi spazi adottando la policy di tutela che Save the Children Italia richiede di sottoscrivere a tutti i suoi partner. Abbiamo potuto avviare così un processo di crescita interna grazie al quale non solo abbiamo acquisito le competenze necessarie a gestire in modo corretto e tempestivo lo strumento della CSP previsto dalla collaborazione con Save the Children, ma abbiamo sviluppato con il passare del tempo un nostro approccio al tema della tutela dell’infanzia e delle procedure da mettere in campo per garantirla, maggiormente aderente alla realtà del territorio in cui lavoriamo e alle reti di servizi disponibili.
Per arrivare alla formulazione di una nostra policy di tutela è stata molto importante l’esperienza fatta grazie al progetto NEST, svoltosi tra il 2018 e il 2020 e che ha avuto tra le sue azioni proprio lo sviluppo di una policy di progetto a cui tutti i partner erano tenuti ad aderire. Il supporto di Save the Children Italia, partner con il ruolo di guida alla creazione di questo documento, è stato anche in questo caso prezioso. Grazie a questo passaggio è stato possibile prevedere una figura di referente (o “focal point”) per la CSP legata al progetto e dunque interna all’équipe di lavoro. Questo ha fatto la differenza in termini di conoscenza approfondita delle realtà di provenienza delle famiglie coinvolte nel progetto e del reale funzionamento di vari servizi da attivare quando arrivava una segnalazione. A risentirne in positivo è stato anche lo svolgimento dell’intero processo della segnalazione, più rapido e snello e, dunque, più efficace e tempestivo. La gestione dei casi segnalati, soprattutto quelli più complessi, prevedeva sempre dei momenti di confronto con l’équipe di progetto allargata ai partner, proprio per mettere a frutto le specificità e le buone pratiche dei vari territori e condividere modalità di intervento.
L’esperienza di NEST ha fatto maturare l’esigenza di creare una policy targata Pianoterra, ossia in tutto e per tutto cucita sulle esigenze e sulle specificità del nostro lavoro e del territorio in cui operiamo. Anche in questo ultimo passaggio è stata importante la collaborazione con Save the Children, che ci ha affiancato nel processo di redazione del documento.
Le diverse CSP a cui stiamo facendo riferimento non differiscono ovviamente in modo sostanziale tra loro: le norme sulla tutela dei minori sono stabilite a livello internazionale e restano molto stringenti. Le differenze riguardano soprattutto il codice di condotta, più aderente al funzionamento interno della nostra associazione, e le procedure di segnalazione, molto più snelle (a partire dalla modulistica) e dunque più adeguate alle diverse figure che collaborano con Pianoterra, volontari compresi.
Grazie a questo percorso, la CSP è considerata all’interno di Pianoterra uno strumento “vivo”, che va di continuo condiviso, discusso, esaminato e fatto proprio da ciascun membro dell’associazione. Per questo, anche la formazione agli operatori sul suo utilizzo non avviene una tantum, ma si ripete più volte nel corso del tempo, con momenti di formazione o aggiornamento generali o approfondimenti di argomenti specifici (es. il maltrattamento, la violenza di genere, ecc.).
La CSP è poi anche uno strumento di sensibilizzazione da mettere a disposizione delle persone a cui sono rivolti i nostri servizi, e questo sotto diversi aspetti. Il primo, quello più immediato, riguarda la produzione di materiali cartacei – cartelloni, infografiche, brochure – dedicati a temi in grado di catturare l’attenzione delle persone che frequentano gli spazi di Pianoterra, che vengono così informate dell’esistenza di norme che li tutelano e del fatto che gli spazi di Pianoterra sono luoghi per loro sicuri e protetti. Altrettanto importante è far sapere che è possibile rivolgersi agli operatori dell’associazione se si stanno vivendo o si è a conoscenza di situazioni di rischio o pericolo per minori. Queste possibilità e le modalità di segnalazione sono al centro di incontri di sensibilizzazione dedicati in cui si parla della CSP e se ne spiegano in modo chiaro tutti gli aspetti.
Da queste attività di sensibilizzazione non sono esclusi i bambini, a cui ci rivolgiamo con azioni specifiche. In particolare, con i bambini nella fascia di età tra 3 e 6 anni affrontiamo temi quali il rispetto, l’amicizia, le differenze in laboratori ludico-ricreativi ad hoc che ci consentono di far arrivare contenuti e suggestioni legati in modo indiretto ai temi affrontati dalla policy. La policy inoltre è inclusa negli accordi con le scuole con cui collaboriamo, con l’obiettivo di diffondere il più possibile questo documento e farlo diventare prassi di lavoro in tutti i contesti in cui sono attivi servizi dedicati a minori.
La CSP diventa poi uno strumento di empowerment delle competenze genitoriali nelle attività di accompagnamento previste dai nostri servizi. Parlare di genitorialità positiva, di pianificazione familiare, di prassi educative, di puericultura significa dare maggiore consapevolezza e più strumenti ai genitori e, nel lungo periodo, promuovere un modo diverso di relazionarsi ai bambini. Questo, niei contesti in cui lavoriamo, ci porta spesso a fare i conti con una diffusa incapacità di riconoscere elementi di rischio e campanelli di allarme: è il caso ad esempio della violenza assistita, la violenza cioè che viene inflitta da un partner alla sua compagna in presenza dei figli e che non sempre viene riconosciuta dalla donna come rischiosa anche per i bambini.
Chiudiamo con un dato a nostro parere interessante: da quando abbiamo adottato la policy in questa forma, ossia elaborata internamente, condivisa in modo capillare e adeguata alle modalità di lavoro di Pianoterra, abbiamo notato un incremento notevole delle segnalazioni di casi da parte degli operatori e delle operatrici dei vari servizi. Questo ci dice che se queste procedure sono chiare, condivise, approfondite e fatte proprie da un’organizzazione, a risentirne in positivo è la capacità degli operatori di individuare e segnalare casi di rischio per i minori con cui entriamo in contatto.